Nella nostra cultura
educativa prevale l’orientamento secondo il quale si ritiene che l’aggressività
debba essere punita affinché i bambini imparino che certi comportamenti non
vanno bene. Le ricerche però dimostrano che la punizione/castigo peggiorano la situazione,
rendendo il bambino sempre più arrabbiato, preda di sentimenti difficili da
gestire e privato della guida/aiuto dell’adulto nella regolazione delle sue
emozioni. I bambini non necessitano di castighi e punizioni, ma hanno bisogno
di essere compresi e aiutati dall’adulto a regolare le proprie emozioni,
servono contenimento fisico ed emotivo affinché possano imparare col tempo a
frenare le loro azioni impulsive, sostituendole con parole e/o azioni che non
facciano male a se stessi e agli altri.
I bambini 0-3 anni sono
competenti, ma dal punto di vista della gestione delle emozioni sono ancora
piuttosto immaturi, difatti fanno qualcosa sempre per soddisfare i loro
bisogni, per se stessi. Così tipicamente agiscono con il corpo e quando si
arrabbiano si comportano in modo aggressivo perché è una modalità istintiva di
reagire alla rabbia che provano; allora strattonano, mordono...Non è violenza,
ma aggressività che va incanalata e modulata grazie all’intervento dell’adulto.
Piuttosto che il castigo, serve che i bambini comprendano le conseguenze delle
loro azioni.
Non ci sono manuali in merito, ma alcune semplici regole da
seguire:
- La punizione deve essere finalizzata, cioè avere sempre uno scopo educativo affinché il bambino capisca la regola
- La punizione deve essere indirizzata a far modificare il comportamento, quindi non deve mai riguardare le emozioni, i sentimenti o le fantasie
- La punizione deve essere comprensibile nella motivazione, nello scopo e nell’esecuzione, inoltre deve essere esplicita
- La punizione deve essere immediata, altrimenti c è il rischio che sia inefficace e quindi il bambino non ne capisce il senso
- La punizione deve essere proporzionata, perché se eccessiva suscita una reazione contraria da parte del bambino
- Per essere efficaci, le punizioni devono essere poche, un bambino continuamente punito diventa un bambino disorientato, fondamentalmente ansioso, perché non sa che cosa deve fare o non fare, né sa costruirsi una scala di valori che gli dia una visione prospettica della vita. Ma anche un bambino mai punito diventa un bambino disorientato, privato di ogni scala di valori, con una serie di specifiche difficoltà nei rapporti con gli altri. Un bambino che sia, talvolta, anche punito può invece strutturare un senso di sé integrato con le proprie esigenze relazionali e sociali
- Compiuta la punizione, l’interazione deve concludersi con la pacificazione e il perdono
- La punizione non deve mai riguardare il mangiare, il dormire e la cura
Nessun commento:
Posta un commento