Questo
modello ha origine in Italia, verso gli anni sessanta/settanta, per cercare di
andare oltre l’ottica della progettazione per obiettivi, la quale era molto
rigida e non era in grado di rispondere a tutte le diverse esigenze. “Il gruppo
di studiosi metteva in relazione la crescita con la capacità progressiva del
soggetto di sapersi rappresentare in un contesto e riteneva quindi necessario
che un bambino potesse crescere e realizzarsi solamente in rapporto a uno
specifico ambito fisico e culturale” senza però che ciò sia troppo fisso e
delimitato. Quindi la proposta di sfondo integratore per dare al bambino la
possibilità di collocarsi in “una struttura connettiva narrativa nella quale
possa essere padroneggiato l’imprevisto” (Canevaro A., Lippi G., Zanelli P.,
Una scuola uno sfondo. “Sfondo integratore”, organizzazione didattica e
complessità, Nicola Milano, Bologna 1988, p. 12.). La narrazione intesa come
storia nella quale il bambino entra senza difficoltà, dal quale il bambino si
alimenta e che il bambino stesso alimenta con le sue azioni. In questo modo
l’adulto riconosce il ruolo del bambino e favorisce la sua autonomia
assumendosi il compito di organizzare lo sfondo (spazi, tempi, regole, ecc…);
in questo modo emerge direttamente il bambino in primo piano. Inoltre lo sfondo
permette di legare tra loro le diverse esperienze del bambino nella realtà,
conferendo loro senso.
In
questa tipologia di progettazione emergono due tipi di sfondi: lo sfondo
istituzionale (spazi, tempi, mediazione, regole) e lo sfondo narrativo
(connotazioni e significati che si vogliono trasmettere, spesso con i bambini è
più utile lo sfondo fantastico).
Fasi di una progettazione
per sfondi integratori:
·
analisi
situazione (conoscere bambini e bisogni)
·
definizione
sfondo, definizione mappa e obiettivi
·
elaborazione
nuclei progettuali, osservazione
·
controllo
feedback e valutazione, documentazione
·
Un esempio di sfondo
integratore di un asilo è la simpatica nuvola Olga di
Nicoletta Costa! Voi che altri sfondi
integratori utilizzate?
Per realizzare
la progettazione-programmazione educativo didattica le educatrici che adottano
il modello dello sfondo integratore, utilizzano una mappa di percorsi, inizialmente
proposti dall'adulto, ma aperti anche ad una evoluzione che tenga conto dei bisogni
manifestati dai bambini; un insieme di giochi e attività collegate da un unico personaggio
introdotto attraverso una storia.
L'intenzione è
di offrire una cornice ben delineata all'interno della quale, però, il bambino
è libero di apportare il proprio contributo personale; la spontaneità e la creatività
sono gli ingredienti con i quali i bambini possono appropriarsi di proposte fatte
dall'adulto per trasformarle in base ai loro bisogni e inclinazioni e crescere
secondo un proprio originale percorso in modo attivo e personale.
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