Nei nidi sono diffusi
diversi tipi di ambientamento:
- a goccia, che prevede di inserire 1-2 bambini alla volta e di iniziare con un altro solamente quando i precedenti hanno completato il percorso. Nel caso ci fossero molti ambientamenti, questo approccio non lascia molto tempo ad ogni diade, oltre ad essere una modalità di lavoro centrata sull’adulto e riguardante soprattutto il rapporto educatore-bambino.
- a strati, quando si inizia con un gruppetto di bambini e quando questi sono a buon punto, inizia un altro gruppetto. Sono quindi presenti contemporaneamente bambini che si trovano in diverse fasi dell’ambientamento.
- a pacchetto, che prevede l’ambientamento di 6-8 bambini assieme, puntando sul rapporto tra pari e sulla socializzazione sia dei bambini che dei genitori.
L’ambientamento di
gruppo consentirebbe di: disporre di tempi reali ed adeguati, complessivamente
più lunghi per ciascuno bambino (sia per la fase iniziale che per quella di
consolidamento); creare relazioni fra genitori; concentrare le attenzioni delle
educatrici sui bambini; gestire in modo più flessibile e personalizzato ciascun
percorso. L’ambientamento individuale invece sembrerebbe più adatto per i
lattanti e per le realtà più piccole.
Comunque… Non importa quale si scelga, basta che
l’ambientamento non sia considerato una semplice routine automatica e uguale
per tutti ma una pratica delicata che necessita di un’osservazione
delle caratteristiche individuali e dei bisogni dei bambini nella
consapevolezza che i comportamenti e le reazioni variano da bambino a bambino,
anche in rapporto all’età. Qui sotto un esempio di indicazioni per
l’osservazione durante l’ambientamento.
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