L’ambientamento, chiamato ancora da molti
inserimento, è considerato il “momento” più impegnativo e delicato ed è al
centro delle preoccupazioni di genitori ed educatori. Ci si chiede: “Il
bambino accetterà il cambiamento? Quanto tempo impiegherà? Quali difficoltà troverà?”. Esso è il primo cambiamento significativo,
rappresenta per il bambino e per tutta la famiglia (anche allargata: nonni,
zii, baby-sitter…) l’ingresso in un ambiente nuovo e ricco di relazioni e
significati. L’ambientamento comporta un cambiamento delle abitudini di vita
del bambino e la riorganizzazione della vita familiare, oltre alla costruzione
di nuovi rapporti. Ambientamento proprio perché è un processo che vede il bimbo
attivo, partecipe, che non subisce passivamente ma che si svolge secondo un
graduale e reciproco accordo. L’obiettivo dell’ambientamento è quello di favorire la costruzione di un rapporto significativo tra il
bambino e l’educatrice che si prenderà cura di lui e che lo accompagnerà nel
nuovo contesto, favorendo l’esplorazione e la crescita, condividendo i suoi
traguardi e consolandolo nei momenti difficili. Non c’è una ricetta
preconfezionata di ambientamento, che vada bene per tutti. L’organizzazione
di esso dovrebbe essere il risultato di un patto fra educatore e genitore che
pone attenzione alle caratteristiche e alle esigenze del singolo bambino e che
rappresenta il primo patto tra servizio e famiglia.
La pedagogista Cinzia D'Alessandro ci parla di
ambientamento:
Perché il
nido diventi uno spazio sicuro, accogliente e piacevole per bambini e genitori
è necessario:
- L’educatore di riferimento, per dare una base sicura al bambino e alla famiglia e per stabilire un’alleanza educativa basata sulla condivisione e la fiducia reciproca con la famiglia
- Dei tempi graduali e flessibili, che si aggirano intorno alle tre settimane
- La presenza del genitore al nido nei primi tempi, per garantire al bambino quella tranquillità emotiva che gli consente di esplorare con curiosità il nuovo ambiente e di stabilire relazioni significative. Ma siamo sicuri che un inserimento troppo affrettato, richiesto da qualche adulto, faccia bene solo ai genitori? L’ambientamento lungo e graduale non è forse frutto di un’organizzazione troppo rigida e attenta alle procedure formali? In qualche paese, la pensano in modo diverso!! (collegamento link al post sull’inserimento in 3 giorni in Svezia)
- Occasioni di comunicazione e ascolto tra educatori e famiglie conoscersi, scambiare
informazioni, confrontarsi su dubbi e perplessità, sentirsi sostenuti e
accolti.
(… continua…)
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