Avete mai pensato a come sia
strutturato il Nido in Svezia, Paese che spinge fin da piccolissimi
all’indipendenza e all’autonomia?
Innanzitutto, c’è da dire che non c’è
nessuna struttura che accoglie i bambini prima del compimento di un anno
d’età. Di solito l’asilo svedese accoglie bambini da 1 a 5-6 anni,
suddivisi in base all’età. Si possono scegliere strutture comunali o
private, ma il costo non cambia: dipende dal reddito familiare e in ogni
caso non può superare i 130 euro mensili!! Dal momento della ricezione
della richiesta di un posto all'asilo, il comune ha l'obbligo di offrire
un posto entro quattro mesi. L'orario della permanenza all'asilo deve
coincide con gli orari lavorativi dei genitori, e quindi è di circa 40
ore alla settimana (strutture aperte dalle 6:15 alle 18 circa). Per i
genitori che non lavorano, la permanenza non può invece superare le 15
ore settimanali. Il “chi ne ha bisogno” è la chiave del sistema svedese:
nei giorni di ferie o quando non si è al lavoro (per i motivi più
disparati, tranne la malattia) non è permesso lasciare i bambini
all'asilo! L'asilo non deve essere visto come un parcheggio, dove
lasciare i figli per andare dal parrucchiere o a fare un massaggio. È
adottato questo sistema per fare in modo che le famiglie si prendano le
proprie responsabilità (i figli non si fanno perché qualcun altro li
tenga) e perché tutti possano avere diritto all'asilo pubblico a costi
ragionevoli (ridicoli, se paragonati alle centinaia di euro al mese che
si spendono in Italia).
E poi, cosa ne pensate di piatti di
porcellana piuttosto che di plastica, bicchieri di vetro, stoviglie da
adulto (forchetta, cucchiaio e coltello a partire dai 2 anni), il tutto
senza uso del bavaglino? Questo è quelle che succede in Svezia, perché i
bambini possano imparare semplicemente ad essere indipendenti e
responsabili.
Altra cosa impensabile in Italia:
tutti i bambini escono all’aria aperta due volte al giorno,
doverosamente equipaggiati con vestiti adeguati (neve, pioggia o vento
che sia) e una volta a settimana fanno addirittura ginnastica con la
musica in giardino (anche d'inverno, a patto che la temperatura non
scenda al di sotto dei -10°C).
La scansione della giornata “tipo” invece, è la seguente:
Poi ci sono le solite accortezze, largamente diffuse anche in Italia: routine abbastanza rigide, coerenza instancabile, incoraggiamenti, parlare sempre al bambino e non del bambino, professionalità degli educatori e utilizzo di progettazioni educative.
Riassumendo, direi che le differenze più eclatanti fra asili italiani e asili svedesi si possono riscontare:
- Nella possibilità di usufruire del servizio (in Svezia solo in base alle reali necessità)
- Nelle uscite in giardino (in S. sono quotidiane, senza preoccuparsi eccessivamente della condizione climatica)
- Nel costo del servizio (non più di 130€ in S.)
- Nell’uso di bavaglino (no in S.), posate, piatti e bicchieri (in S. come quelli degli adulti, non in plastica)
- Nell’età d’ingresso al nido (in S. solo dopo i 12 mesi)
In Svezia, può anche capitare di
ricevere la visita a casa dell’educatrice di riferimento, con lo scopo
di vedere l'ambiente dove il bambino vive e vederlo interagire nel
proprio ambiente.
Che dire? Sicuramente due modi
totalmente diversi di vivere, che, naturalmente, influiscono anche sul
modo di gestire e organizzare le strutture per l’infanzia.
Fonti
http://onewaytosweden.blogspot.it/2012/07/tutti-scuola-fra-un-po.html
http://genitoricrescono.com/inserimento-nido-tre-giorni-asilo-svedese/
http://tortellinodesign.wordpress.com/tag/asilo-nido/
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