giovedì 12 dicembre 2013

L’AMBIENTAMENTO AL NIDO


L’ambientamento, chiamato ancora da molti inserimento, è considerato il “momento” più impegnativo e delicato ed è al centro delle preoccupazioni di genitori ed educatori. Ci si chiede: “Il bambino accetterà il cambiamento? Quanto tempo impiegherà?  Quali difficoltà troverà?”.  Esso è il primo cambiamento significativo, rappresenta per il bambino e per tutta la famiglia (anche allargata: nonni, zii, baby-sitter…) l’ingresso in un ambiente nuovo e ricco di relazioni e significati. L’ambientamento comporta un cambiamento delle abitudini di vita del bambino e la riorganizzazione della vita familiare, oltre alla costruzione di nuovi rapporti. Ambientamento proprio perché è un processo che vede il bimbo attivo, partecipe, che non subisce passivamente ma che si svolge secondo un graduale e reciproco accordo. L’obiettivo dell’ambientamento è quello di favorire la costruzione di un rapporto  significativo tra il bambino e l’educatrice che si prenderà cura di lui e che lo accompagnerà nel nuovo contesto, favorendo l’esplorazione e la crescita, condividendo i suoi traguardi e consolandolo nei momenti difficili. Non c’è una ricetta preconfezionata di ambientamento, che vada bene per tutti. L’organizzazione di esso dovrebbe essere il risultato di un patto fra educatore e genitore che pone attenzione alle caratteristiche e alle esigenze del singolo bambino e che rappresenta il primo patto tra servizio e famiglia.

La pedagogista Cinzia D'Alessandro ci parla di ambientamento: 



Perché il nido diventi uno spazio sicuro, accogliente e piacevole per bambini e genitori è necessario:

  • L’educatore di riferimento, per dare una base sicura al bambino e alla famiglia e per stabilire un’alleanza educativa basata sulla condivisione e la fiducia reciproca con la famiglia
  • Dei tempi graduali e flessibili, che si aggirano intorno alle tre settimane
  • La presenza del genitore al nido nei primi tempi, per garantire al bambino quella tranquillità emotiva che gli consente di esplorare con curiosità il nuovo ambiente e di stabilire relazioni significative. Ma siamo sicuri che un inserimento troppo affrettato, richiesto da qualche adulto, faccia bene solo ai genitori? L’ambientamento lungo e graduale non è forse  frutto di un’organizzazione troppo rigida e attenta alle procedure formali? In qualche paese, la pensano in modo diverso!! (collegamento link al post sull’inserimento in 3 giorni in Svezia)
  • Occasioni di comunicazione e ascolto tra educatori e famiglie conoscersi, scambiare informazioni, confrontarsi su dubbi e perplessità, sentirsi sostenuti e accolti. 

(… continua…)

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