domenica 29 dicembre 2013

PROGETTARE PER LABORATORI

Questa progettazione affonda le radici nelle teorie di Comenio e di alcuni esponenti delle “scuole nuove”, dove l’esperienza è il luogo più favorevole dell’apprendimento e del learning by doing. Il laboratorio è la modalità di lavoro privilegiata, esito di un processo che si origina sull’esperienza concreta. In ambito educativo, Baldacci sostiene che il laboratorio è tale non solo in quanto spazio attrezzato, ma soprattutto in ragione della qualità dell’attività che si svolge; non solo spazio fisico, ma soprattutto contesto. Questa riflessione è particolarmente adattabile ai servizi per la prima infanzia, poiché “pone l’accento da un lato sulla non coincidenza del laboratorio con uno spazio attrezzato, come spesso lo si definisce nella quotidianità, e dall’altro lo definisce possibile in tutti i momenti educativi nei quali il bambino si trova immerso fin da piccolissimo” (Restiglian E., Progettare al nido. Teorie e pratiche educative, Carocci Editore, Roma 2012, p.83).
 
Il bambino può:
·         Essere attivo
·         “Costruire” la conoscenza in prima persona
·         Provare possibili strade e modalità diverse




L’adulto deve:
·         Essere regia e guida
·         Lasciar spazio alla soggettività dei bambini
·         Ricostruire i punti di vista dei bambini, partendo dalle loro azioni
·         Verbalizzare azioni e riflessioni dei bambini
·         Stimolare, interessare, incuriosire, sollecitare

Il laboratorio risponde a una serie di bisogni del bambino: affettivi, di movimento, fisiologici, di gioco, di divertimento,di socializzazione di autonomia, di calma, di scoperta...

Nb: è importante che il laboratorio garantisca il benessere di adulti e bambini che vi partecipano.


Nessun commento:

Posta un commento