martedì 10 dicembre 2013

LE "PUNIZIONI" AL NIDO

Nella nostra cultura educativa prevale l’orientamento secondo il quale si ritiene che l’aggressività debba essere punita affinché i bambini imparino che certi comportamenti non vanno bene. Le ricerche però dimostrano che la punizione/castigo peggiorano la situazione, rendendo il bambino sempre più arrabbiato, preda di sentimenti difficili da gestire e privato della guida/aiuto dell’adulto nella regolazione delle sue emozioni. I bambini non necessitano di castighi e punizioni, ma hanno bisogno di essere compresi e aiutati dall’adulto a regolare le proprie emozioni, servono contenimento fisico ed emotivo affinché possano imparare col tempo a frenare le loro azioni impulsive, sostituendole con parole e/o azioni che non facciano male a se stessi e agli altri.

I bambini 0-3 anni sono competenti, ma dal punto di vista della gestione delle emozioni sono ancora piuttosto immaturi, difatti fanno qualcosa sempre per soddisfare i loro bisogni, per se stessi. Così tipicamente agiscono con il corpo e quando si arrabbiano si comportano in modo aggressivo perché è una modalità istintiva di reagire alla rabbia che provano; allora strattonano, mordono...Non è violenza, ma aggressività che va incanalata e modulata grazie all’intervento dell’adulto. Piuttosto che il castigo, serve che i bambini comprendano le conseguenze delle loro azioni. 
Non ci sono manuali in merito, ma alcune semplici regole da seguire:
  •     La punizione deve essere finalizzata, cioè avere sempre uno scopo educativo affinché il bambino capisca la regola
  •      La punizione deve essere indirizzata a far modificare il comportamento, quindi non deve mai riguardare le emozioni, i sentimenti o le fantasie
  •      La punizione deve essere comprensibile nella motivazione, nello scopo e nell’esecuzione, inoltre deve essere esplicita
  •      La punizione deve essere immediata, altrimenti c è il rischio che sia inefficace e quindi il bambino non ne capisce il senso
  •      La punizione deve essere proporzionata, perché se eccessiva suscita una reazione contraria da parte del bambino
  •     Per essere efficaci, le punizioni devono essere poche, un bambino continuamente punito diventa un bambino disorientato, fondamentalmente ansioso, perché non sa che cosa deve fare o non fare, né sa costruirsi una scala di valori che gli dia una visione prospettica della vita. Ma anche un bambino mai punito diventa un bambino disorientato, privato di ogni scala di valori, con una serie di specifiche difficoltà nei rapporti con gli altri. Un bambino che sia, talvolta, anche punito può invece strutturare un senso di sé integrato con le proprie esigenze relazionali e sociali
  •      Compiuta la punizione, l’interazione deve concludersi con la pacificazione e il perdono
  •      La punizione non deve mai riguardare il mangiare, il dormire e la cura



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