sabato 4 gennaio 2014

BUONE PRATICHE CON LE SEZIONI

Negli ultimi anni stanno evolvendo in modo rapido espressioni di diverse metodologie....Il nido viene organizzato, per tempi e spazi relativi alle attività di gioco, in sezioni, gruppi o moduli: la strutturazione delle sezioni prevede sia la sezione omogenea per età o la sezione eterogenea che è caratterizzata da elementi-stimolo per promuovere l’interazione di intelligenze diverse, di abilità comunicative molteplici e lo sviluppo di competenze di gruppo.
In genere il nido è organizzato per sezioni omogenee per età così suddivise:
·         sezione lattanti, che accoglie bambine e bambini dai 6 ai 12 mesi
·         sezione semidivezzi o medi, che accoglie bambine e bambini dai 12 ai 24 mesi
·         sezione divezzi o grandi, che accoglie bambine e bambini dai 24 ai 36 mesi

All’interno di ciascuna sezione viene garantito, in ogni momento della giornata, il rapporto numerico educatrice di riferimento/bambino secondo la normativa.
La sezione è il luogo dove il bambino può esprimere se stesso, condividendo con il gruppo esperienze e routine. Un’interessante esperienza verticale di gruppi misti si può trovare attraverso una sperimentazione realizzata a Torino negli anni 90’ che ha visto la partecipazione di circa 70 bambini, di cui 15 lattanti, 30 semidivezzi e 24 divezzi.
I vantaggi a livello educativo sono stati evidenziati su diversi fronti:
·         Per i genitori: il coinvolgimento delle figure familiari nella realizzazione di un inserimento graduale e attento alle esigenze di ogni bambino e di ogni famiglia; il numero e la varietà degli spazi a disposizione permette, infatti, di scegliere, insieme al genitore, il luogo più adatto alla personalità del bambino e alle sue momentanee necessità (di raccoglimento, di tranquillità, o, al contrario, di esplorazione e di interazione). 
La stessa disponibilità di spazio offre la possibilità di individualizzare la durata dell’inserimento: in casi particolari, possiamo permettere al bambino un approccio più graduale ad un contesto del tutto nuovo. Esplorando i diversi spazi con l’educatore e con il genitore, il bambino inizia a rapportarsi con gli altri bambini, di diverse età, che hanno già familiarizzato con l’ambiente. Questo rassicura il genitore e lo coinvolge nella nuova rete relazionale.
·         Per i bambini: un maggior numero di modelli a cui attingere, anche in rapporto allo svolgimento delle attività; facilità di adattamento a figure nuove, in caso di sostituzione del personale; maggiore capacità di orientamento nello spazio e possibilità di scelta di luoghi, attività e materiali; maggiori stimoli ricevuti da bambini più piccoli (o più grandi), senso di responsabilità e attenzione verso i più piccoli; scambio di ruoli tra bambini, importantissimo nel favorire i meccanismi di identificazione e di proiezione; possibilità, per tutti, di partecipare alle diverse attività (gite, piscina, soggiorni, laboratori).
·         Per gli educatori: maggiore facilità e frequenza di confronto fra colleghi; desiderio di aggiornarsi per migliorare, maggior controllo dell’ansia, perché il gruppo di bambini è gestito da più figure professionali.

Inizialmente, la sperimentazione è stata accolta con qualche dubbio e con l’ansia di non riuscire a portare a termine gli obiettivi-base prefissati relativi al benessere del bambino, della famiglia e delle persone che lavorano all’interno della struttura.
Di conseguenza, è stato necessario ripensare gli spazi, organizzando i diversi ambienti dando attenzione agli elementi di sfondo dei processi didattici. L’ambiente è stato pensato non come un’entità separata dal bambino (sezione rigidamente chiusa), ma come contesto costituito da elementi materiali (spazi, oggetti, tempi…), da persone (bambini, educatori, genitori…) e dall’intreccio delle loro interazioni. Ad esempio sono nati: lo Spazio Palestra vengono stimolate le attività grosso-motorie, sia con giochi liberi che con percorsi strutturati (tricicli, palloni, cerchi e bacchette); lo Spazio Pallestra favorisce il movimento, l’equilibrio e la prima conoscenza corporea; nello Spazio Casetta prende forma il gioco simbolico attraverso l’imitazione dei ruoli familiari; lo Spazio Euristico stimola l’immaginazione e il gioco di scoperta; lo Spazio Morbido propone l’esperienza sensoriale e lo Spazio Cognitivo offre diverse opportunità di sperimentare giochi strutturati.

Gli spazi, prima rigidamente codificati per le attività di routine (pappa, nanna, cambio), sono stati trasformati per permettere al bambino una vasta gamma di esperienze sul piano motorio, sensoriale, percettivo, espressivo e cognitivo. L’ambiente è stato progettato partendo dal presupposto che debba essere una risorsa per tutti e offrire un ampio ventaglio di occasioni in cui il bambino possa scegliere, esplorare, sperimentare per intraprendere il processo di differenziazione tra sé e il mondo esterno e costruire la sua mappa cognitiva. 

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