L’osservazione
è un metodo di ricerca qualitativo che, in questa sede, non ha lo
scopo di valutare lo sviluppo del
bambino: si
osserva per conoscere e per mettersi in
relazione
con lui in modo adeguato.
L’osservazione
è un procedimento “selettivo” che si differenzia
dal semplice “guardare” poiché lo sguardo dell’osservatore è
mirato e guidato dalle ipotesi formulate e dagli obiettivi; essa deve
inoltre configurarsi come una registrazione, il più federe
possibile, di quanto avviene.
L’osservazione
dovrebbe servire anche per addestrare
l’educatore all’analisi e al controllo dei propri comportamenti e
delle reazioni che questi provocano nel bambino.
Il
comportamento da osservare non deve essere inteso solo
come risposta a determinati stimoli, ma deve essere considerato in
relazione al contesto e alla specifica situazione: uno stesso atto,
infatti, può assumere significati diversi in relazione a contesti
diversi.
Le
5 funzioni principali:
descrittiva;
formativa;
euristica;
valutativa;
di
verifica.
I
tipi di osservazione:
partecipante;
non
partecipante;
sistematica;
spontanea/occasionale;
naturalista.
Dalla
soggettività all'intersoggettività...
Essendo
l’osservazione sempre esposta al rischio della soggettività,
è necessario determinare il passaggio dalla
soggettività all'intersoggettività.
Ciò
non significa negare la dimensione soggettiva, ma integrare
i diversi punti di vista soggettivi recuperando l’informazione
ottenuta con l’osservazione nella sua globalità, evitando dunque
il rischio di interpretazioni parziali e riduttive.
Infatti,
una buona osservazione dipende non solo dalla
qualità della registrazione ma anche dal modo in cui i dati vengono
analizzati e interpretati, come ad esempio il confronto
intersoggettivo.
L'osservazione
al Nido ha molteplici finalità:
l'importante
è che venga condotta non solo nei momenti e nei contesti
strutturati, ma anche in quelli non strutturati nella quotidianità.
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