martedì 10 dicembre 2013

Uno spunto per riflettere: Il caso di Milano.

LA NUOVA MILANO.

Asili, si apre il caso delle classi non omogenee.

In alcuni quartieri può capitare che un bimbo italiano abbia solo compagni «stranieri». Il caso del nido di via Zuretti.


Unico italiano al nido. Apriti cielo, quando la direttrice dell'asilo comunale ha informato i genitori di Tommaso, venti mesi, che nella sua sezione non c'erano altri bimbi italiani. «Il razzismo non c'entra ma ci siamo preoccupati per la sua salute, per le vaccinazioni, l'igiene, per le abitudini diverse», la reazione del papà, che si è subito rivolto agli uffici comunali e ha anche scritto al Corriere.

LE CLASSI- Rassicurato sul versante salute («Le vaccinazioni sono richieste a tutti»), restava il problema di una classe poco omogenea. Cinque arabi, quattro romeni, tre sudamericani, due pachistani un albanese e tre indiani: così era stata formata la sezione di Tommaso al nido di via Zuretti. Già accolta la richiesta della famiglia: cognomi italiani e stranieri adesso sono in parità. «Ma il problema è comune a tanti asili di zona. Basta scorrere le graduatorie sul sito del comune: i nomi italiani in alcune classi si contano sulle dita di una mano - racconta il papà di Tommaso -. Anche al nido di Greco all'open day la direttrice ci aveva avvisato: "Qui gli stranieri sono nove su dieci". E noi genitori eravamo tutti perplessi. Questa non è integrazione».
«Va precisato che nove su dieci sono bambini nati qui», dicono negli uffici dell'assessorato. «Certo le presenze sono diverse nelle zona. Non abbiamo i dati aggiornati ma fino allo scorso anno nell'asilo di via Zuretti la percentuale di stranieri era del 33%. La media nei nidi era il 26%, ma in zona 2 arrivavano al 35%». Stessa situazione alle materne. «Le percentuali sono simili, in quelle comunali e statali. Mentre nelle paritarie gli stranieri sono il 7%».
19 settembre 2013 | 16:28
Federica Cavadini


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